Assopesca Molfetta

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Anno III - N. 3 - Maggio/Giugno 2003


panorama comunitario - Obiettivo: monitorare il rispetto della nuova Politica Comune della Pesca
Un bollettino UE per la trasparenza
Luigi Campo

L'Europa dà le pagelle e, come è giusto che sia, le rende pubbliche mediante la pubblicazione periodica di un bollettino on-line. Tale iniziativa nasce dalla necessità di tenere sotto costante controllo gli Stati membri sull'osservanza delle direttive proprie della PCP (Politica Comunitaria: della Pesca).
Il Commissario europeo per la pesca, Franz Fischler, ha ribadito a tal proposito che "il bollettino migliorerà la trasparenza ed il controllo del pubblico sull'osservanza delle norme della pesca e conferma la necessità di un sostanziale miglioramento in quest'ambito. Dobbiamo renderci conto che, per sortire effetti sugri stock ittici, non basta adottare i provvedimenti necessari, bisogna anche applicarli. Il rispetto delle norme aumenta quando c'è la volontà politica. La riforma della PCP (Politica Comunitaria della Pesca) ha dotato gli Stati membri e la Commissione di nuovi strumenti capaci di garantire la necessaria parità di condizioni affinchè gli operatori del settore siano incentivati al rispetto delle regole e la Commissione intende servirsene perche la PCP possa progredire. Gli Stati membri, dal canto loro, dovranno assumersi le proprie responsabilità". Una dichiarazione di principio in linea con l'impostazione rigida della nuova PCP e nel complesso condivisibile, purchè trovi realizzazione con provvedimenti equi e uguali per tutti, i quali comunque tengano conto delle priorità indispensabili nella valutazione delle infrazioni e delle specificità delle varie zone di pesca.
Il primo bollettino riporta molti dati interessanti circa l'esecuzione delle direttive europee e dalla sua lettura emerge un quadro d'insieme caratterizzato da un tasso di inosservanza delle norme in diminuzione. Restano comunque ancora inadempienze preoccupanti circa il rispetto dei TAC (Totale Ammissibile Catture) e le procedure d'infrazione intraprese.

Dai dati inerenti entrambi gli aspetti, si rileva come le marinerie più in difficoltà siano quelle del Centro e Nord Europa. Infatti, come è evidente nella Tabella 1, il superamento dei contingenti nelle zone atlantiche e del Mare del Nord è ancora limitato e tendente al ribasso, ma in prospettiva rischia di aumentare notevolmente, dato l'altissimo numero di stock soggetti a TAC. Questo impone una drastica riduzione dello sforzo di pesca e un controllo severo sulle catture, al contrario di quanto si verifica nel Mediterraneo dove, con l'eccezione della Spagna, il numero degli stock a rischio è limitatissimo.
Tale considerazione è suffragata dalla lettura della tabella 2, che sottolinea con forza come la stragrande maggioranza delle infrazioni sia quella relativa al sovrasfruttamento, fenomeno che si verifica quasi esclusivamente nei mari dell'Ovest e del Nord Europa, con la solita eccezione della Spagna. L'ltalia risalta in questo ambito per la totale assenza di procedure d'infrazione a suo carico.

Emerge, ammesso che ce ne sia ancora bisogno, la netta differenza esistente tra il contesto in cui si svolge l'attività di pesca nel Nord Europa e quello italiano in particolare. Per cui i criteri di attuazione della nuova PCP devono essere necessariamente diversificati, puntando ad una maggiore flessibilità nell'attuazione della normativa comunitaria nei confronti dei pescatori del Mediterraneo, come peraltro già implicito nell'impostazione del PAM (Piano d'Azione per il Mediterraneo).
In particolare dovranno essere ripensati i parametri relativi alla determinazione della sovraccapacità delle flotte nazionali, che penalizzano la marineria italiana, in cui opera un numero elevato di navi da pesca di medio e piccolo cabotaggio. Questo spiega il mancato rispetto da parte dell'ltalia degli obblighi in materia di trasmissione dei dati relativi alla flotta (Tabella 3).


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