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Anno VI - N. 5/6 - Dicembre 2006


Panorama comunitario
II Parlamento Europeo per il miglioramento della situazione economica nell'industria della pesca
Giuseppe Gesmundo

II Parlamento Europeo, ha adottato una propria risoluzione sul miglioramento della situazione economica nell'industria della pesca. Si tratta di una lucida, attenta ed obiettiva analisi della situazione di grave crisi del settore con opportune e coerenti indicazioni operative per la Commissione che viene accusata di mancanza di ambizione e di coraggio nelle soluzioni proposte.

Le considerazioni poste a motivazione dell'adozione della risoluzione, in particolare, appaiono coerenti ed in linea con le posizioni che da tempo, congiuntamente, hanno assunto le organizzazioni della pesca del nostro Paese in ordine alle condizioni di crisi del settore:

•   la strategica importanza del settore pesca anche per il suo contributo considerevole al benessere socioeconomico delle comunità costiere, unitamente alla piena consapevolezza che l'attività di pesca si concentra prevalentemente in regioni, dipendenti dalla pesca;

•   la sostenibilità delle risorse alieuti che come elemento fondamentale e prioritario di una politica della pesca che deve comunque saper garantire, a lungo termine, l'economicità e lo sviluppo sostenibile del settore.

L'opportunità e necessità di mantenere aiuti pubblici, nazionali e co-munitari, che servano a compensare l'insicurezza dei redditi e dei salari degli addetti alla pesca, riveniente dal ritmo irregolare dell'attività e dalle stesse modalità di commercializzazione e formazione dei prezzi di prima vendita;

la situazione economica delle imprese, deterioratasi negli ultimi anni, anche per il costante aumento del costo del gasolio, che ha assunto carattere di strutturala e ha portato ad una drastica diminuzione di redditività e alla scomparsa di molte imprese di pesca; lo smantellamento indiscriminato delle imbarcazioni, senza tener conto delle specificità delle flotte, delle risorse e delle esigenze di ciascun paese in termini di consumo; l'insufficienza delle risorse finanziarie comunitarie destinate alla pesca.

L'analisi della Comunicazione della Commissione

Dopo le considerazioni sulla condizione dell'industria della pesca comunitaria il Parlamento analizza la Comunicazione della Commissione lamentando Il ritardo e la mancanza di ambizione... l'insufficienza se non inadeguatezza delle proposte avanzate, rispetto alle dimensioni ed alla gravita della crisi.

Sembra questo un attacco diretto e pesante alla politica della pesca perseguita dalla Commissione anche perché, espressamente, il Parlamento deplora una politica volta a promuovere lo smantellamento e la cessazione definitiva di attività delle imbarcazioni, approfittando del deterioramento socioeconomico del settore in gran parte ascrivibile, come detto, ad un vertiginoso ed inarrestabile aumento del costo del gasolio.

Le misure immediate

Le "bacchettate" alla Commissione peraltro continuano allorché il Parlamento deplora la mancanza di attenzione alla dimensione socioeconomica, atteso che le misure proposte non tengono conto dell'impatto e delle conseguenze della loro attuazione sugli equipaggi e sulle stesse economie delle aree dipendenti dalla pesca. Sempre in riferimento alla Comunicazione della Commissione secondo il Parlamento europeo detta comunicazione non contiene una analisi coerente della situazione attuale della pesca ed in particolare dello sforzo di pesca, e non affronta nell'immediato la grave crisi del settore, atteso che molte delle proposte avanzate sembrano destinate, al più, ad avere una possibile effettiva incidenza sul settore soltanto nel medio e lungo periodo.

Il Parlamento insiste particolarmente sulla necessità di dare risposte immediate ad una crisi che sempre di più strozza il settore, insistendo sulla necessità di concedere indennità compensative ed aiuti al funzionamento ovvero di adottare misure concrete ed immediate per ridurre l'elevata incidenza ed instabilità dei prezzi del carburante attraverso la istituzione di misure di sostegno ai relativi costi. A riguardo sollecita la creazione di un fondo di garanzia a compartecipazione comunitaria, a garanzia della stabilità dei prezzi del carburante oltre alla concessione di indennità transitorie alle imprese del settore.

II Parlamento, diversamente dalla Commissione, sembra aver colto appieno la gravita della crisi della pesca; avverte, così, la esigenza di rispondere ad una situazione straordinaria con misure straordinarie, insistendo, quindi, sulla necessità di reperire risorse per finanziare misure straordinarie di sostegno al settore, onde consentire alle imprese di pesca di superare le difficoltà attuali create, in particolare, dall'aumento del prezzo del carburante, fermo restando la necessità di adottare ed applicare misure strutturali.

Secondo il Parlamento, la Commissione dovrebbe considerare l'attuale crisi dei prezzi del gasolio come evento imprevedibile, a norma dell'ari. 16 del regolamento (CE) 2792/1999, disciplinante lo SFOP, in modo da consentire la concessione di aiuti a breve termine, come nel caso di arresto temporaneo dell'attività, senza applicare criteri biologici o di riduzione della capacità. Esprime chiaramente tutta la sua delusione per la normativa, annunciata dalla Commissione, che porta a soli 30.000 EUR in tre anni il massimale degli "aiuti de minimis" ricordando le richieste insistenti del settore e degli stati membri di portare detti aiuti ad almeno 100.000 EUR ed invita la stessa Commissione a rivedere la sua posizione in merito.

Gli aiuti pubblici, secondo il Parlamento, devono essere mirati, infine, alla salvaguardia degli interessi ed alla soluzione dei problemi che coinvolgono gli equipaggi dei pescherecci.

Misure a medio e lungo termine

Per quanto attiene le misure a medio e lungo termine, il Parlamento, pur condividendo le proposte della Commissione di inserire nei futuri piani di ristrutturazione, investimenti relativi alla modifica degli attrezzi da pesca, acquisto di attrezzature e sostituzione dei motori, nell'intento di contribuire alla riconversione, all'efficienza ed al risparmio energetico, ritiene importante che la Commissione e gli Stati membri adottino un piano globale finalizzato alla riduzione dei consumi energetici della flotta peschereccia e nel lungo periodo alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

Il Parlamento inoltre, assai in linea con le istanze del settore, deplora la mancanza di lungimiranza del FEP in merito alla sostituzione dei motori, affermando che subordinare l'aiuto, per le imbarcazioni di lunghezza superiore ai 12 metri, ad una riduzione del 20% della potenza del motore significa, di fatto, rendere impossibili alcune prassi di pesca e non volere, peraltro, tener conto delle prioritarie esigenze di sicurezza. In linea con questa posizione, che sembra ben sposare le istanze e le proposte del settore, ribadisce la necessità che il FEP finanzi progetti di ammodernamento dei pescherecci e di sostituzione dei motori, secondo prioritarie esigenze di sicurezza, di protezione dell'ambiente e di risparmio energetico, in particolare per la piccola pesca costiera ed artigianale e per le imbarcazioni aventi più di venti anni e quindi in condizioni operative di scarsa sicurezza.

La pesca costiera

Il Parlamento interviene anche sulla piccola pesca chiedendo un riconoscimento, nell'ambito della politica comune della pesca, delle specificità della piccola pesca costiera e della pesca artigianale e quindi la istituzione di un programma di sostegno per detto segmento specifico.

La commercializzazione

La Risoluzione, in questo particolare, delicato e strategico segmento della filiera, appare, a nostro avviso, decisamente centrata sia nella individuazione delle sue gravi distonie che aggravano la crisi del settore sia nella individuazione delle soluzioni proposte; sottolinea così la necessità di una revisione ambiziosa della OCM (Organizzazione comune di mercato) per migliorare e razionalizzare i processi di smercio, valorizzare i prodotti ed aumentarne il valore aggiunto. Considera, inoltre, essenziale una diretta ed attiva partecipazione dei produttori nei processi di trasformazione e commercializzazione per potenziare i loro guadagni ed equilibrare, a loro vantaggio, la distribuzione del valore aggiunto della pesca, fino ad oggi prevalentemente a vantaggio della intermediazione anche speculativa e parassitarla. Lamenta giustamente la scarsa attenzione del settore alle possibilità già offerte dall'attuale OCM, invitando la Commissione, di concerto con gli Stati membri, a sollecitarne l'utilizzo da parte delle imprese.

Sempre in tema di commercializzazione si sottolinea la necessità, nell'ambito del FEP, di misure finanziare finalizzate all'ammodernamento ed alla creazione delle infrastrutture di commercializzazione come pure si concorda sul contributo della ecocer-tificazione alla promozione e differenziazione dei prodotti della pesca ed alla incentivazione di un commercio sostenibile della pesca. Ancora si sollecita la Commissione a studiare meccanismi, quali aiuti al consumo, per promuovere la commercializzazione dei prodotti, anche trasformati, con maggiore valore aggiunto e si esorta la stessa ad azioni di promozione esterna dei prodotti comunitari, opportunità di investire nel miglioramento del trattamento a bordo del prodotto catturato, sostenendo investimenti mirati in attrezzature anche di refrigerazione, che potrebbero contribuire a migliorare i prezzi di prima vendita.

Le risorse finanziarie

II Parlamento esprime nettamente la sua preoccupazione per la scarsità delle risorse, rispetto ai problemi ed alle esigenze, del quadro finanziario del FEP e ritiene necessario aumentarle rendendole coerenti con la gravita della crisi che il settore sta attraversando.

La sostenibilità delle risorse

Secondo il Parlamento, in linea con quanto da tempo le nostre Organizzazioni vanno sostenendo, la Commissione dovrebbe adottare un approccio integrato nelle misure di protezione dell'ambiente marino e di ricostituzione degli stock ittici, analizzando in particolare altri fattori che incidono ed impattano fortemente sull'ambiente marino e lo stesso stato delle risorse alieutiche, come l'inquinamento costiero e d'alto mare, gli effluenti industriali ed agricoli, il dragaggio dei fondali o il trasporto marittimo, a completamento dei metodi attuali di gestione. Ancora più incisivamente stigmatizza la necessità di raggiungere un razionale equilibrio tra la situazione socioeconomica e la sosteni-bilità ambientale ed in tale direzione sottolinea la necessità di strutturare meccanismi di sovvenzione o compensazione per i pescatori maggiormente interessati dalle ripercussioni econo-miche e sociali di politiche di tutela delle risorse, di piani di ricostituzione degli stock o comunque di altre misure di contenimento dello sforzo e di protezione degli ecosistemi.

II Parlamento condivide la necessità di una migliore gestione delle risorse e dell'attività di pesca per risolvere i problemi economici e sociali dell'industria europea della pesca ma nel contempo evidenzia che l'adeguamento delle flotte nazionali alle risorse esistenti deve tener conto della riduzione dello sforzo già effettuato e che comunque le misure di riduzione dello sforzo e ricostituzione delle risorse devono essere prese con il coinvolgimento dei pescatori e basate su indicazioni della ricerca scientifica nel settore della pesca. Secondo il Parlamento è opportuna una distinzione tra tecniche di pesca ed uso delle stesse, ritenendo che alcune pratiche, considerate nocive se esercitate su scala industriale, possono inserirsi nel quadro di una pesca artigianale sostenibi-le, permettendo così la conservazione di comunità di pescatori attualmente destinate a scomparire. Nel contempo occorre riconoscere che le attività di pesca non sono tra loro isolate ma fanno parte di un sistema globale di sfruttamento delle risorse in una determinata area; di conseguenza le misure restrittive vanno prese in maniera equilibrata, evitando squilibri e trasferimenti di sforzo verso altre specie già pesantemente sfruttate.

La ricerca

La ricerca, secondo il Parlamento, deve essere promossa e finanziata per un necessario sviluppo tecnologico del settore al fine di contribuire alla riduzione dei consumi energetici ed all'aumento della efficienza energetica, studiando le possibilità di modificare il tipo di carburante ed attivando sinergie con il settore agricolo, a livello energetico. Per dette finalità propone che nel settimo programma quadro comunitario in materia di ricerca e sviluppo tecnologico sia assegnata una priorità chiara alle risorse marine ed alla pesca, con adeguati finanziamenti.

La gestione e la partecipazione alla gestione della PCP

Per il Parlamento i consigli consultivi regionali possono svolgere un ruolo importante assicurando il necessario coinvolgimento dei pescatori nel processo decisionale della politica comune della pesca. La cogestione è una esigenza prioritaria e quindi vanno supportate le organizzazioni professionali disposte a condividere le responsabilità per la applicazione della politica comune della pesca; a tal fine il Parlamento ritiene opportuno un maggiore decentramento della politica comune della pesca in modo da garantire il necessario coinvolgimento dei pescatori e delle loro organizzazioni professionali nella gestione della politica della pesca.

La risoluzione si conclude con un richiamo alla necessità di una migliore ed adeguata organizzazione dei mercati, con controlli più efficaci, prevedendo altresì un sistema di certificazione ecologica e l'introduzione di un codice giuridico per il settore della pesca.

Non possiamo che auguraci che la Risoluzione "illumini" il Consiglio e la Commissione e li orienti ad una politica ugualmente attenta alla tutela dell'ambiente marino e delle sue risorse come al sostegno e modernizzazione di un settore importante e profondamente inserito nel tessuto socio economico della Comunità.


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