Assopesca Molfetta

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Anno I N. 3 Novembre/Dicembre 2001


I Regolamenti Comunitari a Difesa di Produttori e Consumatori
Editoriale
Francesco Gesmundo

"Le informazioni sulla denominazione commerciale, il metodo di produzione e la zona di cattura devono essere fornite mediante l'etichettatura o l'imballaggio del prodotto..."
Lo stralcio dell'art. 8 del Regolamento CE n. 2065/01, mi consente di sottolineare la volontà del Consiglio della Comunità Europea perché sia garantita la corretta informazione dei consumatori e la sicurezza alimentare. Questo Regolamento, insieme ad altre norme comunitarie (vedi Regolamento CE n. 104/00), irrompe nel settore rischiando di provocare malcontento e insofferenza verso le regole comunitarie, viste dai produttori come pesanti ostacoli alla libertà d'impresa in un settore debole ed esposto, più di altri, al vento della crisi.
Dal mondo scientifico e della ricerca giunge, d'altro canto, un forte segnale a sostegno delle norme comunitarie in materia di informazione dei consumatori ma anche spunti significativi per una diversa valorizzazione del prodotto ittico e, di conseguenza, per una diversa organizzazione della filiera, con una redistribuzione del peso dell'intermediazione rispetto a quello della produzione, finora sottodimensionato.
Il ruolo benefico del pesce nell'alimentazione umana viene sempre più enfatizzato dai nutrizionisti a ragione delle proprietà organolettiche dei prodotti ittici e della loro composizione bromatologica.
Qualità del prodotto, ruolo sempre più significativo del pesce nell'alimentazione umana e nella prevenzione di gravi malattie, sono ormai certezza scientifica ma sono legate alla corretta informazione dei consumatori su qualità e vantaggi del pesce nella nostra alimentazione, oltre che al recupero dell'oralità, del gusto nelle società più avanzate.
Qualità certificata e garantita, riconoscibilità e tracciabilità del prodotto non sono quindi altri lacci e laccioli che ingessano le imprese di pesca, ma sono un'occasione storica per un'inversione decisa e definitiva di tendenza nella redditività dell'impresa di pesca e nel rilancio del settore.
Ma la qualità del prodotto è strettamente connessa alla qualità della filiera produttiva che, se praticata ed assicurata, produce un aumento esponenziale del valore economico del prodotto, un investimento maggiormente remunerativo, una diversa incidenza dei produttori all'interno della filiera stessa.
Occorre recuperare il valore aggiunto dell'organizzazione, della cooperazione, della solidarietà, assommato a quello dell'informazione e soddisfazione dei consumatori per innescare un circuito virtuoso che farà elevare il valore del prodotto ed il reddito dell'impresa, lo renderà sempre meno esposto alle congiunture sfavorevoli o al "ricatto" della commercializzazione, creerà, in definitiva, condizioni di mercato più stabili e maggiori incentivi ad una nuova imprenditorialità.
Qualità del prodotto, ruolo sempre più significativo del pesce nell'alimentazione umana e nella prevenzione di gravi malattie, sono ormai certezza scientifica ma sono legate alla corretta informazione dei consumatori su qualità e vantaggi del pesce nella nostra alimentazione, oltre che al recupero dell'oralità, del gusto nelle società più avanzate.
Ma le imprese di pesca devono comprendere che è vitale per loro organizzarsi, dotarsi di strumenti nuovi di lettura e di analisi del mercato, ammodernare le tecniche di produzione e di conservazione, guardare alla certificazione ed etichettatura come potente arma di difesa contro l'abusivismo e la scorrettezza imprenditoriale oltre che come patto forte da stringere con i consumatori.
L'iniziativa comunitaria PESCA, scommettendo sulla creazione dei Centri Servizi, ha indicato la strada da percorrere; ora occorre dimostrare di saper camminare con le proprie gambe, consolidare l'esperienza dei Centri Servizi e delle Organizzazioni di Produttori, darsi regole condivise ed efficaci, sacrificare il proprio egoismo o la miope visione del proprio interesse individuale perché un mercato stabile, con regole certe, informato e garantito sul piano della qualità, produrrà redditi più elevati e minore malessere, consentendo agli armatori di non essere più costretti a guardare al ritiro definitivo come tranquillo approdo dopo una vita di fatiche e di difficoltà.
 

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