ASSOPESCAINFORMA - ANNO V - N. 4/5 - LUGLIO/OTTOBRE 2005
grandangolo
LA COPERTINA
Tani Scanni
....come Davide e Golia
Ho subito pensato che questo titolo fosse il più indicato per questa composizione fotografica.
Non si tratta di un fotomontaggio, bensì di un peschereccio in abbandono depositato su una banchina di Barletta.
Non capita facilmente di trovare questo genere di coincidenze che forse dal punto di vista ambientale non sono molto "confortanti" ma da quello fotografico rappresentano una vera finestra per leggere la realtà.
Un tempo sicuramente attivo nella pesca del generoso mare Adriatico, ora non serve più; anzi, tirato a secco, sembra che stia ad aspettare il furgone dei "rifiuti ingombranti".
Non è un segreto che da qualche tempo nel mondo della pesca si sono intromesse delle spinte "irresistibili" a disfarsi di natanti in cambio di un "risarcimento" economico non trascurabile. Ma qual è il vero prezzo di questa operazione? Penso che quali che siano, le ragioni devono essere complesse e forse dolorose. Chi possiede un peschereccio quasi certamente proviene da una famiglia di pescatori in cui padri, zii, nonni e parenti vari si sono trovati a condividere questo duro lavoro. Con tale eredità, non è facile decidere di "chiudere tutto" e quella somma che si riceve difficilmente potrà completamente cancellare una traccia che si affonda nella storia di famiglia.
Ma credo che anche l'equipaggio che viene reclutato per dar vita a questi vascelli si trova davanti alla necessità di cercarsi un altro comandante da cui ricevere uno stipendio sudato.
Su questa sorte così sfortunata, forse inevitabile per la riduzione preoccupante del pescato, si erge lineare e senza indecisione, un faro in pietra che non sembra avere paura delle stagioni climatiche, ittiche o umane.
Questa costruzione ancora funzionante gode di una cura umana che al momento dello scatto fotografico era indaffarata nel dare la pittura alla porta di ferro. Segno di speranza o una promessa per un futuro ancora da disegnare?
Spero solo che le mie foto siano ispirate anche da testimonianze di ripresa del settore, con quella vitalità che ho avuto la fortuna di documentare dodici anni fa quando iniziai a fotografare il mare con sistematicità. Bei tempi allora quando la macchina fotografica festeggiava ovunque la vitalità, i colori, l'ingegno, la religiosità che il mondo della pesca metteva ad esempio per tutta la società.
Allora mi auguro che Davide e Golia piuttosto che combattere uno contro l'altro decidano di unire le forze non solo per sopravvivere ma per riportare la "luce" nella penembra del presente.
