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ASSOPESCAINFORMA - ANNO V - N. 4/5 - LUGLIO/OTTOBRE 2005


produzione, commercio, consumo
L'EVOLUZIONE DEL CONSUMO DEI PRODOTTI ITTICI - Verso nuovi orizzonti?
Mario Bello

Da un esame dei consumi alimentari dell'ultimo trimestre, sembra che le famiglie italiane in presenza di un calo dei prezzi del -2,9% abbiano ricominciato a consumare; ma alle maggiori quantità consumate non corrispondono maggiori incassi da parte delle aziende di produzione.
In particolare, nel settore della pesca, le quantità commercializzate sono aumentate del +5,3% nel secondo trimestre, ma i prezzi del comparto sono scesi in parallelo del -3,2%, con un aumento in valore abbastanza contenuto, anche se manifesta un segnale di ripresa da parte della domanda dei prodotti ittici e un tasso di crescita che da troppi mesi non si rilevava.
In questo contesto di prezzi e consumi, si collocano le altre misure che hanno interessato e che potrebbero ricadere sul comparto e sulla struttura professionale della pesca: dal Decreto del 4 agosto 2005 con la "ridefinizione delle modalità tecniche di effettuazione del fermo per le aree del medio e basso Adriatico, nonché dello Ionio anche in ragione delle rappresentate esigenze di carattere econo-mico-sociale delle marinerie delle suddette aree", alle altre azioni attese - quale il pacchetto di misure per contrastare il caro gasolio - rivendicate dagli armatori e in attesa di una discussione in Commissione, dopo la nota informativa presentata dal Commissario alla pesca Borg sulle difficoltà economiche della pesca.
Sotto questo profilo, alta è l'attenzione generale, a livello politico e delle organizzazioni di categoria avendo la consapevolezza che il problema, secondo le stime fornite dallo stesso Commissario Borg, potrebbe provocare il fallimento del 30% degli armatori di pescherecci dell'UE.
Senza entrare nel merito della "nota" redatta da Borg - che tra le soluzioni avanzate fa riferimento alle possibilità derivanti dallo Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP) per il 2000-06 con aiuti alla cessazione temporanea delle attività di pesca e aiuti al disarmo e alla diversificazione dell'attività dei pescatori e alle misure nel quadro del nuovo Fondo europeo per la pesca (FEP) dirette a finanziare la sostituzione con motori a minore consumo e l'uso di biocarburanti - si deve far presente che qualsiasi "sostegno" previsto non può prescindere dalle "risorse" che risultano essere "insufficienti" (se i riferimenti restano quelli dello SFOP e del futuro FEP) ai "reali fabbi-sogni" delle imprese di pesca.
Nel calendario degli impegni comunitari e tra i temi "caldi" che sono oggetto di disamina ci sono le misure di gestione per lo sfruttamento delle risorse ittiche per il Mediterraneo, presentate da Borg dopo che il Piano d'azione del Commissario Fischler è stato riformulato a seguito della sonora bocciatura da parte del Parlamento UÈ. L'attuale presidenza inglese e la Commissione hanno confermato di voler raggiungere un'intesa sulla revisione delle misure tecniche per il Mediterraneo, anche se ancora molti sono i "nodi irrisolti":

  • l'apertura delle maglie delle reti (da 40 mm, per le reti a traino fino al 30 giugno 2007, poi da 50 mm, anche se l'Italia, la Francia e la Spagna chiedono un periodo transitorio più lungo e l'intervento del FEP (2007-2013) per aiutare i pescatori a comprare le nuove reti);
  • la taglia minima del pescato: in particolare, per le acciughe 9 cm invece di 11 cm, come nella proposta iniziale, per le sardine 11 cm invece di 13cm, per le sogliole 20 cm invece di 25 cm, e per il nasello 15 cm anziché 20 cm;
  • le distanze e profondità minime per l'impiego delle attrezzature da pesca: passi in avanti sono stati fatti per raggiungere un accordo sull'altezza delle reti da circuizione, come sulla distanza minima dalla costa per l'attività delle draghe idrauliche (l'orientamento è per 0,3 miglia marine, rispetto a 1,5 iniziali);
  • le taglie minime degli ami (per il palangaro): il compromesso diminuisce a 3,95 cm (lunghezza) e a 1,65 (larghezza) rispetto alla proposta iniziale che vietava ami di lunghezza inferiori a 5 cm e di larghezza inferiori a 2,5 cm.

Questi i principali punti in discussione, prima di giungere in direzione d'arrivo.
Intanto, sono entrate in vigore alcune norme adottate dalla CGPM (Commissione generale per la pesca nel mediterraneo) che, attraverso proprie raccomandazioni, fissa regole per la pesca nel Mediterraneo che sono condivise dai Paesi non comunitari. Tali norme riguardano il divieto di impiegare reti a strascico e draghe a profondità superiori ai mille metri. Le draghe inoltre dovranno avere una dimensione di maglia superiore ai 40 mm. Nella sezione finale del sacco della rete.
La CGPM richiede inoltre l'istituzione di un registro unico centralizzato nel quale vengano immatricolate tutte le imbarcazioni superiori ai 15 metri di lunghezza, anche se già in possesso di autorizzazione alla pesca a livello nazionale. Le navi non registrate saranno soggette a sanzioni in ambito nazionale. La CGPM infine ha richiesto maggiori controlli e trasparenza nella cattura di esemplari giovani di tonno rosso da destinare all'allevamento. Un set di nuove regole adottato in accordo con la Commissione per la conservazione del tonno atlantico (ICCAT) che prevedono un giro di vite sulle taglie minime, la cui cattura è limitata a esemplari non inferiori a 10 chili.
E, infine, dovrebbe ripartire il dibattito sul nuovo FEP.
È evidente che si stringono i tempi per avviare la pesca su nuovi percorsi.
L'emittente TELEFOGGIA, a partire dal 5 settembre 2005, ha iniziato la messa in onda in coda ad ogni telegiornale della rubrica "SAPORI" che presenta interessanti servizi sulla cultura del mare e sui prodotti ittici.
Il telegiornale va in onda alle ore 7.30, 9,11,20.30, 23.


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