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ASSOPESCAINFORMA - ANNO V - N. 4/5 - LUGLIO/OTTOBRE 2005


panorama regionale
Uno studio sulla Posidonia oceanica lungo le coste pugliesi
Pino Lembo

II progetto "Inventario e Cartografia delle Praterie di Posidonia nei Compartimenti Marittimi di Manfredonia, Molletta, Bari, Brindisi, Gallipoli e Tarante" è stato ammesso a finanziamento con Determina Dirigenziale del Settore Caccia e Pesca dell'Assessorato all'Agricoltura, Acquacoltura, Alimentazione, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia, nell'ambito del POR Puglia 2000-2006, Sottomisura 4.13.D2 "Azioni realizzate dagli operatori del settore: azioni di interesse collettivo e Centro Servizi"

II progetto è stato presentato e realizzato dal Consorzio per la Ricerca Applicata e l'Innovazione Tecnologica nelle Scienze del Mare - CRISMA, con la partecipazione dell'Associazione Armatori da Pesca di Molfetta - ASSO-PESCA in rappresentanza degli operatori del settore della pesca. È da sottolineare, a tale riguardo, la grande sensibilità che il mondo della pesca ha dimostrato con il proprio coinvolgimento in questo progetto e, soprattutto, con la riaffermazione che la tutela dell'ambiente marino è interesse primario dei pescatori.
Le attività tecnico-scientifiche ed operative sono state condotte con la collaborazione della Cooperativa Nauti-lus e della Cooperativa COISPA Tecnologia & Ricerca.

La supervisione scientifica del progetto è stata realizzata da un Consiglio Scientifico composto dal Prof. Angelo Tursi (Responsabile Scientifici) dell'Università di Bari, dal Prof. Ferdinando Boero dell'Università di Lecce, dalla Dott.ssa Maria Cristina Gambi della Stazione Zoologica di Napoli, dal Dott. Giuseppe Lembo della COISPA Tecnologia & Ricerca di Bari, dal Dott. Roberto San-dulli del'Università di Bari, dal Dott. Giovanni Torchia della Nautilus di Vibo Valentia.
Allo svolgimento di questo progetto ed ai risultati ottenuti, in termini di analisi, cata-logazione e mappatura delle praterie di Posidonia, lungo i litorali pugliesi, hanno contribuito con grande competenza scientifica, esperienza e passione, numerosi ricercatori, tecnici ed operatori del settore. D'altra parte, è stato possibile ottenere questi risultati anche grazie alla lungimiranza e competenza della struttura tecnica del Settore Caccia e Pesca dell'Assessorato all'Agricoltura, Acquacoltura, Alimentazione, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia.

Perché la Posidonia?
Posidonia oceanica è una pianta endemica del Mediterraneo con radici, fusto (detto rizoma) e foglie, che può riprodursi per via sessuale, producendo fiori e frutti, ma può anche riprodursi per via asessuale, producendo l'allungamento della pianta.
Le foglie sono nastriformi, con apici arrotondati, di colore verde intenso, hanno una larghezza media di un cen-timetro e possono raggiungere un metro e mezzo di lunghezza; sono organizzate in fasci, ognuno dei quali ne contiene in media sei o sette, a formare quasi un ventaglio.
P. oceanica da origine a vere e proprie praterie che ricoprono i fondali marini, dalla parte più prospiciente alla battigia, fino alla profondità di 30-40 metri.

Il ruolo che, dal punto di vista ecologico, viene svolto delle praterie di Posidonia, nei confronti del sistema costiero, è di un'importanza fondamentale. Questa fanerogama è, infatti, una specie cosiddetta strutturante, per la sua azione:
a) di consolidamento e arricchimento del substrato di cui è composto il fondo marino;
b) di protezione e rifugio per moltissime forme giovanili di specie ittiche, tanto da rappresentare il luogo ideale per l'insediamento di aree di nursery;
e) di serbatoio di cibo disponibile per esemplari sia giovanili, sia adulti di numerose specie ittiche.
È, infatti, noto che la pianta produce, attraverso la fotosintesi, una grande quantità di materia organica che rappresenta una fonte di cibo, diretta ed indiretta, per numerosi organismi.
Dal punto di vista della gestione della fascia costiera, la Posidonia svolge un ruolo importantissimo di contenimento e di protezione delle coste dall'azione erosiva del moto ondoso. Da una parte, infatti, la pianta smorza l'idrodinamismo e, intrappolando tra i rizomi il sedimento più fine, consolida il substrato marino, dall'altra, le foglie morte, spiaggiando, possono costituire formazioni cosiddette "banquettes", che proteggono il litorale dai fenomeni erosivi causati dal moto ondoso.

P. oceanica è estremamente sensibile a tutte le variazioni ambientali ed è, in particolar modo, minacciata dall'inquinamento. Per questo motivo è considerata un eccellente bioindicatore dello stato di salute dell'ambiente marino costiero. Le principali cause di regressione delle praterie sono, oggi, imputabili alla crescente pressione antropica sulle coste, alla costruzione di manufatti, come porti, moli e dighe, che alterano il regime idrodinamico costiero, all'immissione diretta di sostanze inquinanti o eutrofizzanti.
È, ormai, inconfutabilmente accertato che la regressione o, peggio, la scomparsa delle praterie di Posidonia si accompagna ad una drammatica perdita di biodiversità e ad una maggiore esposizione delle coste verso fenomeni erosivi, con notevoli danni, biologici oltre che economici.
Posidonia oceanica è una specie sottoposta a tutela, come riportato nelle Convenzioni internazionali sulla tutela della biodiversità in Mediterraneo, è citata nell'Annesso I (specie rigorosamente protette) della Convenzione di Berna e nell'Annesso II (specie minacciate) del Protocollo delle Aree Specialmente Protette della Convenzione di Barcellona. Inoltre, nel "Piano d'Azione per la conservazione della vegetazione marina in Mediterraneo", adottato dai paesi mediterranei nell'ambito della Convenzione di Barcellona nel 1999, le nazioni aderenti si sono impegnate a condurre inventar! e mappature delle praterie di Posidonia oceanica che insistono lungo le loro coste. Le praterie di Posidonia rappresentano uno degli habitat inclusi nell'Allegato I "Tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione" della Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Allo scopo di salvaguardare l'ecosistema marino costiero assume, quindi, un'importanza basilare localizzare e delimitare le aree occupate dalle praterie di Posidonia, studiarne la struttura, la biologia ed i popolamenti delle diverse specie che ad esse si associano.

Qual'è lo stato di salute della Posidonia lungo le coste pugliesi?
Per la realizzazione del progetto di mappatura delle praterie di Posidonia oceanica lungo le coste pugliesi sono state realizzate, nel periodo da settembre 2004 ad aprile 2005, una serie di campagne per i rilievi side scan sonar (SSS) e single beam, a bordo dell'imbarcazione 'The President", ed a bordo5 del Motopesca "Morfeo" per i rilievi ROV (Remotely Operated Vehicles). I principali strumenti utilizzati sono stati:

a) Side scan sonar a correzione di immagine;
b) Sistema batimetrico single-beam a doppia frequenza (30 e 200 kHz);
e) ROV provvisto di telecamera ad alta risoluzione;
d) Sistema di posizionamento satellitare GPS, con precisione di ordine metrico.

Le aree indagate hanno riguardato una superficie complessiva di circa 700 Kmq. Sono stati effettuati circa 2000 km lineari di rilievi, per un totale di più di 433 transetti.
Sulla base delle risultanze emerse dai rilievi batimorfologici sono stati disegnati 34 transetti sui quali sono state realizzate le riprese video-filmate col veicolo filoguidato ROV. Complessivamente sono state acquisite 32 ore di filmati.
Sono numerosi e significativi i risultati ottenuti attraverso questa indagine scientifica. Vogliamo qui di seguito evidenziare solo gli aspetti più rilevanti.
I dati di distribuzione della Posidonia, lungo le coste pugliesi, indicano una chiara differenziazione del settore ionico rispetto a quello adriatico. Nello Ionio le praterie sono caratterizzate da estensioni molto ampie, mentre in Adriatico sono costituite da fasce strette, che corrono parallele alla costa. Queste differenti tipologie trovano una corrispondenza nella differente morfologia costiera e nella diversa trasparenza delle acque, generalmente più limpide nella porzione ionica. Tracciando una linea di valu-tazione consuntiva, a seguito dell'analisi dei dati biologici, si può rilevare che fra le praterie di Posidonia studiate quelle che sembrano mostrare un grado di equilibrio biologico migliore ed uno stato di conservazione accettabile sono tre e cioè, in ordine qualitativo decrescente, quelle di Torre Colimena, quelle di Ugento e quelle di Campomarino. A queste possono essere affiancate, anche se con un livello qualitativo leggermente inferiore, le praterie di Le Cesine e di Torre Guaceto per le quali, pur rilevando parametri biologici di soddisfacente qualità, si evidenzia comunque una certa situazione di stress ambientale.
Un livello di qualità biologica e di conservazione ancora inferiore è da registrare a carico delle praterie di Gallipoli, Otranto e S. Pietro - Isole Chéradi, per le quali la situazione di stress ambientale in atto sembra interessare comparti più estesi delle praterie, probabilmente a causa dell'ormai lungo perdurare di vari fattori di disturbo antropico derivanti dalla vicinanza con centri urbani a notevole flusso turistico, nei casi di Gallipoli e Otranto, e degli insediamenti industriali, portuali e civili di Tarante nel caso di S. Pietro -Isole Chéradi.

Il "fanalino di coda" in termini di qualità e conservazione spetta alle praterie di Bari e delle Isole Tremiti. La prateria che resta nei fondali antistanti il litorale barese, mostra chiari segni di regressione e di sofferenza (bassa percentuale di copertura, densità rada o molto rada), anche se, dove presente, la pianta evidenzia qualità biologiche (parametri di produzione, eventi di riproduzione sessuale) che indicano ancora una certa vitalità della specie, per la quale andrebbero adottate misure di tutela conservativa.

Preoccupante, infine, risulta il dato relativo al posidonieto delle Isole Tremiti per il quale si individuano parametri biologici e strutturali (bassa densità, copertura medio-bassa, livelli di produzione inferiori a tutti gli altri posido-nieti pugliesi esaminati) che lasciano pensare ad una marcata situazione di stress ambientale in atto, il cui perdurare potrebbe condurre col tempo ad una progressiva ed irreversibile scomparsa del Posidonieto.


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