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Anno IV N. 4 - Luglio/Ottobre 2004



Finanziaria 2005: le proposte di Federpesca Resteranno deluse le aspettative?
A cura dell'Ufficio Stampa e Documentazione Centro Servizi Assopesca

Stringono i tempi per la definizione della Finanziaria, la legge che a fine anno programma gli impegni di spesa da parte del governo per l'anno successivo.
Nei vari settori economici si disegnano aspettative e si nutrono speranze che le attese non vengano deluse. Anche Federpesca ha tracciato da tempo le linee per garantire lo sviluppo del settore. Il rilancio del settore ittico si ritiene sia legato a un progressivo adattamento della struttura produttiva alle risorse alieutiche disponibili attraverso una corretta modulazione degli incentivi al ritiro definitivo del naviglio dall'attività di pesca.
Si dovrà inoltre perseguire l'obiettivo di un comparto più forte attraverso una serie di azioni che mirino più direttamente al raccorciamento della filiera in particolare con l'incentivazione dei contratti di filiera, così come è stato fatto per i prodotti agricoli e agroalimentari, consentendo agli operatori del settore di investire fattivamente nel comparto attraverso una "negoziazione" concordata con il Ministero.
Occorre poi predisporre nuovi strumenti per ridurre la dipendenza del reddito delle imprese e degli occupati dagli agenti meteorologici e stagionali; occorre adottare adeguate misure di protezione degli stock ittici fissando periodi e zone marine di interruzione delle attività di pesca superando il mero ricorso ad uno strumento, il cosiddetto fermo biologico, che mostra ormai i suoi limiti non producendo alcun effetto positivo sulle risorse ittiche nel medio-lungo termine e favorendo invece la progressiva sostituzione della produzione nazionale con quella importata.
Ora che la Finanziaria 2005 è stata presentata, la Federpesca vede notevolmente compromessa la ripresa del settore e pertanto ritiene che si possano prendere almeno in considerazione i punti di seguito indicati.

1. Intervento sull'aliquota IVA per i prodotti della pesca.
L'aliquota IVA che attualmente sconta i prodotti della pesca è del 10% (DPR 26 ottobre 1972, n. 633). È necessario, oltre che opportuno in questo particolare momento, che i prodotti della pesca siano assoggettati allo stesso sistema impositivo IVA previsto per i prodotti dell'agricoltura perchè:

  • il settore dell'agricoltura, applica, per la quasi generalità dei prodotti, l'aliquota del 4%.
  • questa disparità di trattamento, tra due settori primari, è in contrasto con l'articolo 6 comma 5 del Decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154 che recita: "fatte salve ie più favorevoli disposizioni di legge, l'imprenditore ittico è equiparato all'imprenditore agricolo".

Si ritiene poi che tale intervento di politica fiscale, applicato allo sviluppo economico, possa incoraggiare un maggiore consumo dei prodotti della pesca, in conseguenza della riduzione dei prezzi al consumo.

2. Opzione al regime di trasparenza fiscale per le imprese della pesca.
La riforma del sistema fiscale (decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344) ha riformato in modo sostanziale la tassazione dei dividendi.
Le nuove disposizioni riservano un trattamento fiscale differenziato rispetto al soggetto che percepisce gli utili e precisamente:

  • inclusione nel reddito complessivo Irpef del socio persona fisica degli utili da partecipazione non percepiti nell'esercizio di una impresa commerciale limitatamente al 40% del loro ammontare;
  • assoggettamento ad imposta sostitutiva del 12,50% per gli utili percepiti da persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di imprese, in relazione a partecipazioni non qualificate;
  • concorrenza parziale nella misura del 40% degli utili da partecipazione percepiti nell'esercizio di imprese commerciali da persone fisiche.

Dalla nuova modalità di tassazione discende che dal 1° gennaio 2004 la società che produce l'utile assoggetterà a tassazione definitiva il reddito prodotto con l'aliquota del 33% e all'atto della distribuzione il soggetto percettore assoggetterà la propria quota con le percentuali sopra dette.
Per le imprese di pesca che applicano la legge 27 febbraio 1998 n. 30 il reddito derivante dalla utilizzazione del natante concorre alla formazione della base imponibile nella misura del 20% per quelle che esercitano la pesca oltre gli stretti e nella misura del 44% per la pesca mediterranea e costiera. Tali imprese se sono in possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi previsti dal TUIR, optando per il regime della trasparenza fiscale, continuano a fare utilizzare ai propri soci le agevolazioni previste dalla legge 30/98. Contrariamente le imprese che non possiedono i requisiti di cui al TUIR non possono optare per il regime della trasparenza fiscale.
Occorre intervenire urgentemente sotto l'aspetto normativo al fine di evitare che la semplice mancanza di un requisito, anche di carattere formale, possa far venir meno la possibilità della tassazione della trasparenza fiscale e creare una disparità di trattamento rispetto ai soci delle imprese che hanno invece i suddetti requisiti.

3 Sostegno alla filiera ittica.
L'intervento è finalizzato all'applicazione, anche per il settore ittico, dello strumento della Programmazione negoziata rappresentato dai contratti di filiera, analogamente a quanto stabilito dall'art. 66 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Finanziaria 2003) relativamente alla filiera agricola ed agroalimentare.

4 Contratti di filiera.
Si propone un articolo che abbia natura interpretativa e sia finalizzato alla applicazione, anche per il settore ittico, dai contratti di filiera previsti dalla Finanziaria 2003 e dal decreto del Ministro delle politiche agricole del 1° agosto 2003, relativamente alla filiera agricola ed agroalimentare.
La previsione di contratti di filiera per il comparto ittico ne sancisce il definitivo inserimento a pieno titolo nella filiera agroalimentare, in aderenza all'assimilazione dell'imprenditore ittico a quello agricolo previsto fin dal decreto legislativo 226/01 di orientamento e modernizzazione del settore e, da ultimo, dal recente intervento legislativo operato con d. Lgs. 154/2004, recante modernizzazione del settore della pesca.

5. Ammortizzatori sociali.
Al fine di dare compiuta regolazione alle attività lavorative della pesca marittima, e la conseguente salvaguardia dell'occupazione professionalizzata, si rende necessario introdurre nel settore un sistema di ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti dalle imprese, relativamente ai casi di inattività dovuta ai soli casi di forza maggiore.
Con Decreto ministeriale si potranno stabilire i limiti, le procedure ed i Comitati per il regime di autorizzazione per i pagamenti, così come previsto per gli altri settori economici.
All'onere, valutato in 5 milioni di euro per ciascuno anno, si potrà provvedere mediante l'utilizzo dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio nell'ambito dell'unità previsionale di parte corrente "fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica.
Queste proposte di revisione della Finanziaria 2005 sono affidate all'intraprendenza e tenacia del Sottosegretario Scarpa e alla sensibilità di tutte le forze politiche.


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