Anno IV N. 1 - Gennaio/Febbraio 2004
LA COPERTINA
Tani Scanni
"Niente si distrugge ma tutto si trasforma", così recitava uno scienziato famoso del Settecento (Lavoisier) che scoprì la legge della conservazione della materia che descrive con semplicità la forza della natura mentre si rinnova in un continuo susseguirsi di vita e di morte.
Cosa centra tutto questo con il mondo della pesca? Qualche tempo fa ho avuto la fortuna di parlare con un pescatore che insieme alla sua famiglia da sempre vive dei prodotti del mare.
Mentre riparava la sua rete mi ha raccontato quello che è accaduto tempo fa a diversi pescatori come lui.
Quando pescavano utilizzavano una rete con maglie di una dimensione che permetteva una pesca abbondante. La cosa è andata avanti per un po', fino a quando nelle reti non è rimasto più niente da tirare a bordo. Niente pesci, niente con cui pagare i conti di tutti i giorni!
Le sue parole mi hanno fatto immaginare tutta l'angoscia di chi vede svanire la sicurezza di un lavoro, che già per sua natura, non regala la tranquillità di un impiego tradizionale.
Si dice che tra la gente di mare la reazione ai momenti difficili sia proverbiale. Così, la risposta non è tardata e, grazie alla consulenza di esperti, le vecchie reti sono state sostituite con quelle nuove.
Qualche tempo dopo le reti hanno iniziato a riempirsi fino a riportare il sorriso sul volto dei pescatori.
Da questa storia ho tratto le mie riflessioni sul principio di conservazione della materia, che per secoli ha fatto credere all'uomo di avere "libertà assoluta" di predazione equivocando la generosità della natura con un'indistruttibilità che invece è frutto di fantasia e della sua ignoranza.
Alla fine mi sono reso conto che questo pescatore di Mola mi aveva regalato una bella lezione d'ecologia ma specialmente un esempio di grande umiltà. Un esempio da ricordare.
