Assopesca Molfetta

AssopescaInforma
Anno III - N. 4 - Luglio/Agosto 2003


editoriale - Dopo il Vertice di CANCUN sul commercio mondiale
Quale globalizzazione?
Francesco Gesmundo

Recentemente si è tenuto a Cancun nel Messico il vertice Wto (World Trade Organization) sul commercio mondiale. Il tentativo è quello di rimuovere le barriere commerciali per accelerare la crescita del pianeta: una sfida da 520 miliardi di dollari.
La Banca Mondiale infatti sostiene che con i piani di liberalizzazione dei commerci previsti, il reddito mondiale sarebbe aumentato fra i 290 e i 520 miliardi di dollari l'anno. Oltre la metà di questo reddito andrebbe a vantaggio dei Paesi poveri.
Per il 2015, secondo l'Istituto di Washington, oltre 144 milioni di persone potrebbero abbandonare lo stato di povertà, superando la soglia critica dei 2 dollari di reddito quotidiano.
Nella realtà, quello che appare come un calcolo statistico-economico rischia di rimanere solo un'illusione. Le profonde divisioni fra le delegazioni dei 146 Paesi della Wto su ciascuno dei dossier in discussione hanno segnato un solco difficile da colmare in soli cinque giorni di trattative. AI centro della discussione è stata la partita agricola e alimentare. La Ue e gli USA hanno offerto come base della trattativa un accordo congiunto, oltre il quale non sono stati disposti a procedere.
L'intesa USA-UE è stata giudicata una scatola vuota da un gruppo di una ventina di nazioni (tra queste Cina, Brasile, India, Argentina, Sudafrica) che hanno replicato con una controproposta. Nessuno sembra disposto a fare concessioni che potrebbero essere bocciate dal proprio elettorato e ancora una volta è stata persa un'occasione per segnare un importante passo in avanti nella direzione dello sviluppo globale del pianeta e della riduzione degli squilibri economici.
Il Wwf, al vertice di Cancun, ha chiesto che il Wto "si basi sui principi della tutela dell'ambiente, della giustizia sociale e dello sviluppo sostenibile", ponendo attenzione al tema dei sussidi alla pesca e all'agricoltura, che - propone il Wwf - vanno reindirizzati verso un aiuto concreto all'ambiente e allo sviluppo". Secondo il Wwf, il sistema dei sussidi minaccia l'ambiente e innesca un meccanismo "per cui l'Ue si rende responsabile della distruzione ambientale e dell'incremento della povertà nei paesi in via di sviluppo".
Anche la pesca, sostiene il Wwf, sopravvive grazie ai sussidi economici che incoraggiano lo sfruttamento eccessivo delle risorse provocando una crisi mondiale degli stock ittici. "Nel mondo si spendono ogni anno circa 15-20 miliardi di dollari per sussidi alla pesca, circa il 20% dei profitti dell'industria ittica mondiale".
Le accuse del WWF sull'impatto ambientale dei sussidi alla pesca, pur non apparendo giustificate da decenni di politica comunitaria di settore, basata sulla costante ricerca della riduzione dello sforzo di pesca anche a costo di pesanti ricadute negative sull'occupazione e sulla consistenza della flotta peschereccia europea, rischiano di offrire una nuova e involontaria sponda ai sostenitori del liberalismo senza regole.
È giusto chiedere all'UE una diversa destinazione dei sussidi quando la pesca, specie quella mediterranea, è costantemente minacciata dall'incertezza 0 dall'eccesso di regole, dall'arretratezza culturale e strutturale, dalla concorrenza sleale dei paesi frontali eri che pretendono aiuti ma si sottraggono ad un sistema di regole condivise e contrattate che armonizzino i sistemi di cattura e mettano fine a pratiche selvagge e devastanti?
Allora la via non può essere che una sola, quella della costante ricerca di accordi, quella dell'abbandono degli egoismi, quella di una diversa distribuzione del reddito. Tutto ciò si potrà ottenere se la battaglia uscirà dagli schemi dell'ideologia per praticare la strada maestra del realismo, della sostenibilità, della condivisioni di modelli di sviluppo compatibili e regolati.
L'alternativa è l'aumento del divario economico, il perdurare di condizioni di fame e povertà, la guerra commerciale e il recupero di vecchie pratiche quali l'autarchia, i dazi, l'isolazionismo da parte dei paesi ricchi, la pretesa dei paesi poveri di maggiore ricchezza da ottenere attraverso la minaccia dell'immigrazione, del terrorismo e non attraverso l'accettazione delle regole e dei limiti che un equilibrato e moderno sistema economico impongono a tutti.


TOP

Associazione Armatori da Pesca - Molfetta
Via S. Domenico, 36 - 70056 Molfetta
Tel. 080.3387900 :: 080.3384557 - Fax: 080.3380437
P. Iva 04540970722
e-mail: info@assopesca.it

artemedia.it