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Anno III - N. 3 - Maggio/Giugno 2003



Notiziario a cura dell'Ufficio Stampa e Documentazione del Centro Servizi Assopesca


Ricordi ... dal mare
Un marinaio molfettese si racconta

Un monumento al marinaio: così è stata presentata una interessante pubblicazione che raccoglie i ricordi personali di un marinaio molfettese. Sollecitato dalle domande del Dott. Damiano Rana, il novantenne Giuseppe Amato ricorda una lunga serie di vicende: il primo viaggio a 14 anni da Molfetta ad Alessandria d'Egitto in dodici giorni di navigazione, la pesca di pesci esotici, i buoni profitti ricavati dalla vendita del pescato sui mercati locali, i buoni rapporti con la gente indigena, le peripezie di un improvvido ritorno a Molfetta. Poi il passaggio a 17 anni nella marina mercantile come giovanotto di bordo viaggiando fuori del Mediterraneo e affermandosi come timoniere e marinaio a tutti gli effetti. "Una vita piena di sacrifici, di momenti tristi e di pericoli ...tutto per la famiglia".
L'epilogo della seconda guerra mondiale coinvolge Giuseppe, militare ad Ortona, nelle drammatiche ore della fuga del re Vittorio Emanuele III.
Finita la guerra, Giuseppe ritorna pescatore insieme al padre ormai ottantenne e poi di nuovo sulle mercantili attraversando mari e oceani.
L'Associazione Armatori da Pesca, finanziando la stampa di questo prezioso volume, ha ritenuto di fare un importante investimento, perche è convinta che la conoscenza del mare, delle avventure che in esso si vivono, del fascino e della fatica legata al mestiere del pescatore e del marinaio in genere, contribuiscono allo sviluppo dello settore come importante sostegno accanto alle misure finanziarie della UE, dello Stato e della Regione.
È ormai consapevolezza acquisita, che la diffusione della cultura storica rappresenta un fattore potente di sviluppo non solo umano e sociale ma anche economico. Le tradizioni, infatti, le storie, i mestieri del passato non valgono solo per la costruzione di musei, ma sono avvertite come tracce indelebili di una identità alla quale richiamarsi per rilanciare, con le opportune innovazioni, lo sviluppo sociale ed economico.
Chi meglio del pescatore può rappresentare il fascino ed il rischio di una scommessa con se stessi, con le proprie forze in una sfida, che radicata nel proprio passato si proietta fiduciosa nel futuro
Per questo l'Associazione Armatori, gelosa delle storie dei propri soci "pescatori", intende sostenere e incoraggiare ogni iniziativa che valga a recuperare e divulgare la cultura marinara. Allo scopo ha già sostenuto la nascita dell'Associazione culturale "La Bilancella" per la tutela e la divulgazione della cultura marinara e ha in programma diverse altre pubblicazione per conservare i ... ricordi dal mare.

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La generosità della gente di mare
Salvato un surfista a Sciacca

Il 15 maggio del 2003 resterà indelebile nella memoria di due uomini, Gaspare Giarratano e Toni Lombardo, i cui destini si sono improvvisamente incrociati, legati da due opposte drammatiche esigenze: per il primo quello di salvare una vita in pericolo, per il secondo quella di coltivare un'ultima esigua speranza di sopravvivenza.
Gaspare Giarratano è un armatore di Sciacca, proprietario del motopeschereccio "Paola Prima", che alle 20.15 di quel fatidico giorno è convocato d'urgenza dal Comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo, Tenente di Vascello Antonio Cacciatore, per fornire la sua eventuale disponibilità a partire urgentemente per portare aiuto ad un surfista in difficoltà. Quel surfista è un altro saccense, Toni Lombardo, che si era messo in mare alle ore 14, per un'escursione con la sua tavola a vela, un'amica di tante splendide traversate nel mare affascinante della Sicilia.
Ben presto, però, le avverse condizioni meteomarine, lo mettono in grande difficoltà, spingendolo sempre più allargo, senza alcuna possibilità di comunicare la sua posizione.
L'allarme, già dal tardo pomeriggio, è scattato, puntuale e tempestivo. Il Comandante Cacciatore ha dato l'allerta con la massima urgenza, per cui da Porto Empedocle e Mazara del Vallo si sono già mossi i mezzi navali di soccorso, mentre dall'aeroporto trapanese di Birgi si è levato in volo un elicottero attrezzato per le ricerche in mare. A questi si è aggiunto con grande generosità e sollecitudine il motopeschereccio "Maristella".

I risultati di questa mobilitazione, però, non sono stati rispondenti alle speranze: il tratto di mare in cui si pensa si sia perso Toni Lombardo è stato percorso più volte dai mezzi impegnati ma del "naufrago" nessuna traccia. Intanto il tempo è passato inesorabile e la prospettiva della notte incombente fa scemare progressivamente la speranza di risolvere positivamente un'awentura che, al contrario, sta sempre più assumendo i contorni della tragedia.
È a questo punto che la "forza del destino" fa sentire tutto il suo peso; e il destino ha il volto e il corpo di Gaspare Giarratano, che accetta immediatamente l'invito del Comandante Cacciatore di fare di tutto per salvare una giovane vita in pericolo, anche in nome della memoria del figlio Accursio, da poco deceduto.
Il "Paola Prima", con a bordo l'altro figlio Carlo e il marinaio Gabsi, prende subito il largo e si dirige velocemente in una zona di mare dove si presume possa essere Toni Lombardo, già perlustrata senza esito dagli altri mezzi di soccorso.
Nessun segno di vita fino alle 21.45, quando dalla "Paola Prima" viene captato un flebile ma distino grido d'aiuto. L'incrocio dei destini si materializza in questo momento: Toni Lombardo, ormai prossimo a cedere definitivamente, dopo quasi otto ore in balia delle onde, viene localizzato, avvicinato con cautela e finalmente, con grande difficoltà, issato a bordo con una semplice fune.
Si conclude così l'ennesimo salvataggio in mare, l'ennesima prova dell'eroismo e della inestinguibile solidarietà che è nel sangue della gente di mare.
Per il suo spirito di sacrificio e per il suo alto senso del dovere, Gaspare Giarratano, insieme al suo equipaggio, ha ricevuto un attestato di merito che esibirà sempre con l'orgoglio del vero marinaio, ma la gratificazione più grande l'avrà dalla riconoscenza di Toni Lombardo e dalla benedizione di Accursio che forse da lassù l'ha guidato.


Alieni del mare
Un pericolo per l'ecosistema

Un grido d'allarme sulla salute degli oceani è stato recentemente lanciato dalla Pew Oceans Commission, un organismo indipendente americano che si propone di sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale sui pericoli di uno sfruttamento non regolamentato dei mari.
Il rapporto annuale della Commissione punta il dito su alcuni aspetti ritenuti maggiormente forieri di problemi futuri per la salute dei mari, come l'inquinamento, la pesca intensiva e il cosiddetto bycatch, ovvero la cattura, l'uccisione e lo scarto accidentale delle specie durante la pesca mirata.
Tali problematiche riguardano maggiormente aree particolari, come gli oceani, ma non possono essere trascurate anche dagli operatori della pesca attivi nell'area mediterranea. Una di esse è rappresentata dalla diffusione sempre più considerevole delle cosiddette "specie aliene".
Come ha recentemente riportato Alessandra Farkas in una corrispondenza dagli Stati Uniti, tali specie, "create o modificate dall'uomo, vivono in ambienti a loro estranei e superano ormai quelle naturali, danneggiando l'ambiente, l'economia e la salute. Esse competono le vecchie razze e favoriscono la loro estinzione non solo per una maggiore aggressività ma anche perche spesso si tratta di animali geneticamente modificati che possono quindi contaminare altre specie. Gli alieni sono difficili da identificare sradicare dall'ecosistema, che assaltano in brevissimo tempo".
Chi immette nel mare queste razze aliene, la cui presenza rischia di stravolgere irrimediabilmente l'equilibrio della vita nei mari? I responsabili sono molti, ma un ruolo non trascurabile è svolto dall'acquacoltura marina, quando questa non è praticata nel massimo rispetto delle regole e dell'ambiente. Infatti un sistema produttivo d'acquacoltura non controllato, con l'introduzione di specie non native e di organismi geneticamente modificati, produce uno squilibrio nelle zone dove è operante, specie nel momento in cui si verificano fughe dagli allevamenti. Le specie non native liberate in un habitat che non è il loro proprio, competono con i pesci nativi per procurarsi il cibo, con le conseguenze facilmente intuibili. In alcuni casi si riproducono con i pesci locali, contaminando così la purezza delle specie autoctone.
Un problema, come si vede, non da poco, di cui devono cominciare a farsi carico le autorità competenti e la ricerca, prima che sia troppo tardi.


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